La fedeltà alle proprie radici è anche fedeltà alle testimonianze storiche oltre che rispetto verso coloro che tali testimonianze hanno lasciato: esperienze certamente non riproponibili la cui ricchezza di umanità è però segno indelebile, fonte di ammirazione e non disprezzabile termine di confronto. (1995) Riccardo Ceccarelli

193 7.2B – OLIVICOLTURA

La produzione dell’olivo doveva essere sufficiente più per i padroni che per i contadini: ricordiamo che ai padroni ne andavano due terzi, tanto che   quando mancava, non solo per i poveri ma forse anche   per i piccoli proprietari, si comprava altrove, come   nel novembre   del 1800 quando fu acquistato a Cingoli al prezzo di 97 baiocchi e mezzo per ogni boccale. [22] ASCMR, Consigli (1794-1808) cc. 71-72, 23 novembre 1800. Ceccarelli Riccardo, Olivicoltura e frantoi nella Marca di Ancona, Provincia di Ancona, Ancona   2009. 4a edizione.   Per l’olio   accadeva spesso che, rivedendosi i prezzi   ogni due mesi, commercianti senza scrupoli ne facessero incetta per poi, accresciuto il prezzo, rimetterlo in vendita alla nuova data ed evidentemente al nuovo prezzo incorrendo nelle ire del Governatore che tuttavia non sembravano incutere molto timore se la stessa disposizione veniva riproposta annualmente   in ogni castello del contado. [23] A. Nocchi, R. Ceccarelli, op. cit., pp. 13-14.