Autore: panfoli

  • PIANELLARI

    PIANELLARI

  • Considerazioni

    Considerazioni

    Gente e Innutile negare l’evidenza è vero o non è vero.
    E’ vero o non è vero che grazie ai governi Renzi-Gentiloni non si pagano più l’IMU e la TASI sulla prima casa?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sulle unioni civili?
    E’ vero o non è vero che c’è il bonus cultura per chi ha meno di 18 anni?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sul biotestamento?
    E’ vero o non è vero che ci sono gli 80 euro in più al mese in busta paga per 10 milioni di italiani?
    E’ vero o non è vero che c’è stata la riduzione dell’Ires dal 27,50% al 24% ? E’ vero o non è vero che c’è stata l’eliminazione dell’IMU agricola? E’ vero o non è vero che c’è stata la riduzione del canone RAI da 113 euro a 90 euro e gli over 75 anni che hanno un reddito inferiore agli 8000 euro non lo pagano più?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sul dopo di noi?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sul caporalato?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sull’omicidio stradale?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sull’autismo?
    E’ vero o non è vero che c’è stato il record nel recupero dell’evasione fiscale? E’ vero o non è vero che c’è il divieto di dimissioni in bianco?
    E’ vero o non è vero che c’è il bonus bebè di 960 euro all’anno per 3 anni?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sugli ecoreati?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge contro la corruzione?
    E’ vero o non è vero che c’è stata la cancellazione di Equitalia con facilitazione sul pagamento delle cartelle esattoriali?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge contro gli sprechi alimentari?
    E’ vero o non è vero che c’è la legge sul cyber bullismo?
    E’ vero o non è vero che c’è la quattordicesima per i pensionati con reddito massimo di 13.049,14 euro ? E’ vero o non è vero che c’è il tetto degli stipendi a 240 mila euro per tutti manager e funzionari statali?
    E’ vero o non è vero che c’è il reato di falso in bilancio?
    E’ vero o non è vero che c’è stato l’aumento dell’occupazione : più di un milione di occupati di cui il 53% a tempo indeterminato? E’ vero o non è vero che c’è il REI Reddito di inclusione?
    Per quanto riguarda, invece, il governo targato Pagliacci a 5 Stelle e Lega Ladrona:
    E’ vero o non è vero che il M5S, prima delle elezioni, aveva promesso la chiusura dell’ILVA? E’ vero o non è vero che il M5S, prima delle elezioni, aveva dichiarato di bloccare il TAP? E’ vero o non è vero che il M5S, prima delle elezioni, era contro i condoni edilizi? E’ vero o non è vero che il M5S, prima delle elezioni, era contro i condoni fiscali? E’ vero o non è vero che il M5S, prima delle elezioni, era contro gli F35? E’ vero o non è vero che il M5S, prima delle elezioni, aveva promesso 780 euro di reddito di cittadinanza per tutti? E’ vero o non è vero che il M5S ha fatto un contratto di governo con Lega Ladrona che prometteva l’eliminazione della legge Fornero, la Flat Tax al 15% per tutti, il rimpatrio immediato di 600 mila immigrati clandestini, l’eliminazione delle accise sui carburanti? Mi fermo qui ma potrei proseguire! Di tutte queste promesse ed impegni mi sapete dire, per favore, quali sono stati mantenuti? Grazie!!!

    È vero o no! , E allora di-cià-mo-lo però che anche la vicenda dal lato di chi ha o pensava “di subire” le grandi riforme e leggi varare da governo Renzi e dal governo Gentiloni, e ci spieghino il perché degli attacchi forsennati e continui contro Matteo Renzi: lo sapete il perché! ha toccato troppi interessi ma soprattutto troppi piccoli e grandi privilegi e rendite parassitarie.Voleva cancellare le inutili province… voleva togliere alle regioni competenze mal gestite e che creavano contenzioso con lo Stato… voleva introdurre la meritocrazia e l’efficienza a scuola e nel pubblico… aveva tagliato le ferie e inserita la responsabilita’ civile dei magistrati… messo il tetto di 240.000 € agli stipendi dei funzionari pubblici inclusi i direttori Rai che gliel’hanno fatta pagare con una informazione faziosa in aggiunta a quella ultrafaziosa di Grullo-Mediaset-La7 etc…fatto pagare il canone a 5 milioni di evasori..recuperato 1 miliardo ai Riva evaso ed esportato illegalmente in Svizzera creando panico tra molti, inclusi i proprietari dei media…voluto fortemente la Commissione Banche…subito stoppata perche’ avrebbe evidenziato decenni di PRIVATIZZAZIONE di utili e PUBBLICIZZAZIONE di perdite di tanti “grandi industriali”che sino a Monti sedevano nei CdA delle Banche..dimezzati i permessi sindacali… realizzata la dichiarazione dei redditi precompilata facendo perdere 20 milioni ai CAF…realizzata la fatturazione elettronica che ha fruttato 4 miliardi in piu, etc..E tutti insieme questi “toccati” gliel’hanno fatta pagare col no al referendum costituzionale e confermando che l’Italia e’ un paese pieno di percettori di piccoli e grandi privilegi a cui nessuno vuole rinunciare … pur criticando i privilegi degli altri. Fino a quando non passeranno tutti questi mal di pancia, sarà dura. Ma noi terremo duro, Matteo Renzi terrà duro.

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  • Ci facciamo due risate?

    Ci facciamo due risate?

    Dove -Piazza delle Vittoria Pianello Vallesina lato Sapienza

    Quando -Gennaio 2021

    Come -Documentazione fotografica

    Cosa -Assembramento di n. 13 persone probabilmente anziane

    Chi -Una persona si è sentita in dovere di dare giudizi assennati sulla situazione.

    Scena -Tre gruppetti di persone per un totale di 13, distribuite nella piazza, lato SAPIENZA (ci tengo a

    sottolinearlo, visto che il lato MALIGNO è interdetto ormai da mesi), tutti con mascherina, tranne uno.

    Ci avrei fatto una risata, niente di male a sottolineare comportamenti presumibilmente pericolosi, poi mi sono accorto di un commento, che prendo come spunto per fare qualche considerazione.

    Consideriamolo “Humor inglese”, consideriamo che, per come è scritto, la maestra delle elementari si starà ancora chiedendo dove ha sbagliato, consideriamo che l’istat ha certificato una percentuale elevatissima di analfabeti di ritorno, consideriamo tutto, alla fine però resta il senso del messaggio che è spaventoso. Spaventoso perché ha trovato un paio di persone che si sono precipitate a comunicare che si stavano sbellicando dalle risate, spaventoso perché è transitato su gruppo privato che ha dei moderatori, spaventoso perché alla fine di questa pandemia, se tutto va bene, se il virus non muta, se non comincia a colpire altre fasce d’età, se arriviamo prima dell’estate a vaccinare quelli candidati alle “scarpe di cartone”, comunque sia, si conteranno almeno 100.000 morti. Erano anziani? si, avevano una speranza di vita limitata? certo, ma sarebbero vissuti almeno un altro anno, e questi ridono su 100.000 anni di vita mancata. Non è solo per i 100.000 anni, ma queste persone erano le ultime depositarie dei ricordi dei loro padri e dei loro nonni, morti da decenni, ma che continuavano a vivere in loro, nei loro racconti, nella loro saggezza e che scompaiono per sempre nell’oblio. Questi fanno battute su chi ha visto morire la mamma o il papà senza poterli salutare e sono stati privati di un altro anno di vita insieme a loro, augurano la morte ai loro compaesani, hanno trovato il posto giusto per poter esprimere impunemente le loro battute macabre. C’è qualcosa di profondamente immorale, di schifoso, è una mentalità che trovo anche in altri post e che non può essere liquidata con la solita battuta “so’ ragazzi”.

  • SVILUPPO UGUALE PROGRESSO?

    SVILUPPO UGUALE PROGRESSO?

    Sessanta anni fa non esisteva la raccolta dei rifiuti, non esisteva neppure la parola “rifiuti”. Com’era possibile? Cosa buttiamo oggi nel sacchetto dell’organico?

    ‘l berò

    Le Bucce della frutta, gli scarti della verdura, gli avanzi di cibo. Dobbiamo separali diligentemente, poi vengono trasportati e trattati (si spera) per essere ridotti, dopo mesi, a terriccio. Ai tempi della mia infanzia, avevamo un impianto di riciclo formidabile, “il maiale”.

    La trocca

    Spazzava via tutto e anziché del terriccio avevamo i prosciutti, le “salcicce”, i salami. Al posto dell’operatore ecologico c’era il “pistarolo”.

    I piatti venivano lavati con l’acqua calda della pasta (non esistevano i detersivi né i loro contenitori in plastica, non esisteva proprio la plastica!), l’acqua incorporava gli ultimi residui di cibo e, trasformata in “broda”, finiva nella “trocca” del porco. Il grugnito della cara bestiola sottolineava la sua estasi nel cibarsi di quell’intruglio.  

    Bottiglie di plastica, scatolette, confezioni ecc.. non esistevano. Si comprava un etto di conserva o di sardine o di tonno, da Severì, piuttosto che da Santina o Lisetta; come per la pasta, veniva tutto incartato nella carta oleata o con la carta paglia, la stufa, sempre accesa, provvedeva a trasformarla in cenere.

    La piazza con le botteghe di Santina, Elio e Severì.
    Bucato con la cenere

    E la cenere? Serviva per la “lisciva”, ci si lavavano le lenzuola, e quello che restava era concime per l’orto. Residuo zero. Non c’erano le vaschette del supermercato a contenere la carne. Il pollame veniva “scannato” in casa, con le piume (specialmente quelle d’oca) si riempivano cuscini e materassine. Il coniglio veniva spellato, la pelle messa da parte in attesa di un altro operatore ecologico “il pellaretto”.

    Passava con una cassetta di legno sopra la bicicletta e lanciava il suo grido, noi ragazzini, sempre attenti; ti dava 10 lire per la pelle, se era bianca, meno se scura, normalmente restavano nelle nostre tasche.  Maglie e maglioni, pantaloni (rigorosamente corti sia in inverno che in estate per risparmiare la stoffa) subivano infiniti adattamenti, attraversavano le generazioni, per poi finire dallo “stracciarolo”.

    Il pezzo di sapone con cui si lavavano i “pagni”, era lo stesso usato per il bagno settimanale, dentro la tinozza. Spesso la stessa acqua serviva per due o più bambini (l’ultimo faceva i fanghi, ma avevamo degli anticorpi giganteschi). Chi poteva si faceva il sapone in casa, utilizzando il grasso del maiale.

    Idrolitina - Wikipedia

    In famiglia c’era qualche bottiglia di vetro, quella per la tavola aveva la chiusura con la guarnizione di gomma; serviva per l’Idrolitina del Cavalier Gazzoni. Una polverina che rendeva l’acqua frizzante, si utilizzava solo d’estate, per rinfrescare la gola, non serviva conoscere il modo di schiacciare la bottiglia in Pet prima di depositarla nell’apposito contenitore.

  • Umberto Eco “…del fascismo”

    È uno dei massimi esperti di fascismo transnazionale e di populismo globale, in America Latina e non solo. Professore di storia presso la New School for Social Research e l’Eugene Lang College di New York, nonché direttore del Janey Program in Latin American Studies presso l’NSSR, Federico Finchelstein è autore di numerosi libri e articoli anche su “guerre sporche”, genocidio e antisemitismo in America Latina e in Europa. Collabora con importanti giornali e media statunitensi, europei e latinoamericani, tra cui The New York Times, The Washington Post, Clarin, Folha de S.Paulo e Corriere della Sera. Uno dei suoi ultimi lavori, From Fascism to Populism in History (University of California Press, 2017), in uscita in Italia nel 2019, rappresenta un tentativo di comprensione della realtà attuale attraverso gli strumenti della storia, in particolar modo di quella del fascismo e del populismo. «In una fase in cui, a livello globale, non pochi sono coloro i quali si mostrano sorpresi di fronte all’avvento dei cosiddetti “neo-populismi”, come nel caso dell’affermazione di Donald Trump negli Stati Uniti – racconta Finchelstein – il libro propone una lettura storica che presenta casi precedenti di populismo, soprattutto al potere, e questo, ovviamente, non con l‘obiettivo di prevedere cosa accadrà nel prossimo futuro, ma allo scopo di dotarsi di un parametro utile per leggere e interpretare la realtà del presente».

    Nel suo libro lo storico argentino non dà una definizione di populismo, categoria spesso abusata e utilizzata impropriamente, ma discute con quelle interpretazioni che non terrebbero conto della complessità richiesta dalla storia per la comprensione e la descrizione di questo importante fenomeno politico. «Certo, evidenzio alcune caratteristiche che a mio avviso si ripetono nel corso del tempo, sia in America Latina che fuori. Quindi, quella che emerge è una lista di tratti comuni, centrali nel populismo, sebbene non una definizione vera e propria». Quali sarebbero i tratti tipici del populismo, che si manterrebbero pressoché costanti nel tempo? Fra questi sicuramente «un leader carismatico, messianico, quasi mitico, che presenta sé stesso come colui il quale sa ciò che il popolo desidera, anche quando magari è il popolo stesso a non saperlo; in breve, un leader che si mostra come la personificazione del popolo».

    Un capo che promette – e questa sarebbe un’altra caratteristica ricorrente – di «realizzare finalmente quel “momento” in cui è il popolo a governare, ossia di dar vita ad una sorta di democrazia diretta o quasi». Tuttavia, quello che accade nella realtà, storicamente, è qualcosa di profondamente diverso: «alla fine è sempre il leader quello che governa, che decide, che parla, che impersona il popolo, che detiene materialmente il potere». In altre parole, quel che si produrrebbe costantemente sarebbe un duplice movimento di riduzione: «in primo luogo, il popolo viene sostituito dal leader, che parla e governa a nome di tutti; in secondo luogo, il popolo viene rappresentato come una massa compatta, che ha votato in blocco per il leader in questione e per i suoi sostenitori, anche quando è evidente che non è così». I populismi rappresenterebbero, pertanto, «un popolo che non esiste, e tutti coloro i quali non si riconoscono in questo popolo vengono presentati come dei nemici del popolo, come degli “anti-popolo”, come dei soggetti contrari ai desideri del popolo». Il prodotto finale di tutto questo è un evidente paradosso: «il populismo si manifesta come rappresentanza dell’antipolitica, anzi, di più, come un modo per risolvere una crisi della rappresentanza politica, per favorire una partecipazione più diretta della popolazione al processo decisionale. Ma è proprio questo che, alla fine, non accade mai. E il risultato, se vogliamo, è ancor più antidemocratico, perché l’accostare il popolo al governo sulla base dell’idea che i tradizionali rappresentanti non lo rappresentano – il che, peraltro, nella stragrande maggioranza dei casi, è verissimo –, si conclude con l’unico effetto di individuare un solo rappresentante, o meglio, un soggetto che si ritiene o che si vuole ritenere come la persona alla quale è stato delegato il potere, producendo, pertanto, il passaggio da una rappresentanza molteplice, con tutti i suoi limiti, ad una rappresentanza unificata nella persona del leader».


    Donald Trump, murale, 2017

    Non è un caso se, secondo Finchelstein, sussistono forti elementi di contatto fra populismo e fascismo. «La connessione è prima di tutto storica», racconta. «I populismi esistono sicuramente già nel XIX secolo, tanto in Europa, quanto negli Stati Uniti, quanto in America Latina, come forme politiche finalizzate ad avvicinare il popolo al potere. Ma in quel periodo non riescono ad arrivare al potere, cosa che accade invece nel subcontinente latinoamericano dopo il 1945. L’aspetto interessante è che molti di questi primi populisti che arrivano al governo in diversi paesi della regione, prima del ’45 erano stati fascisti, o comunque vicini al fascismo o compagni di strada del fascismo. Dopo la seconda guerra mondiale quel che accade è che questi fascismi vengono riformulati in chiave democratica. Il risultato di questo processo è, appunto, il populismo, che altro non è che una forma autoritaria di democrazia che non è più fascismo, avendo abbandonato alcune caratteristiche fondamentali di questo, come, ad esempio, la violenza politica e il razzismo, ma che ne conserva delle altre».

    Questo, tuttavia, costituirebbe un tratto tipico dei primi populismi che cercarono di allontanarsi dall’«eredità fascista», mentre «nei populismi di oggi, più recenti, di estrema destra, invece, vediamo l’affermazione dell’idea contraria, ossia l’utilizzo di xenofobia e razzismo per connettere il popolo con il potere, come dimostra chiaramente, fra gli altri, il caso di Donald Trump. Pertanto questi populismi attuali, non dico che si siano riconvertiti in fascismo, ma si avvicinano al fascismo, riprendono alcuni temi forti del fascismo che avevano definito quello che il populismo non era dopo il ’45. Se si guarda al fenomeno in senso ampio, ci troviamo di fronte ad una storia del populismo che, in un primo momento, si allontana dal fascismo, riformulandolo in chiave democratica per ovvi motivi, e, in un secondo momento, oggi, per la precisione, dimostra di voler tornare a quel fascismo». Qual è il rapporto fra populismo e democrazia, quindi?

    «Non esiste populismo senza democrazia, questo deve essere chiaro. Il populismo è una “bastardizzazione” della democrazia, è una forma di democrazia autoritaria, come detto. Nella storia del populismo si contano sulle dita di una mano i casi in cui il populismo distrugge la democrazia. Nella maggior parte dei casi si tratta di dar vita ad una democrazia che non si distingue certamente per essere di tipo costituzionale, ma che risiede nella persona, nei desideri e nei capricci del leader. Ma in generale il populismo non distrugge la democrazia. Anzi, nella storia latinoamericana sono molto spesso le dittature anti-populiste che mettono fine alle democrazie populiste. Quando il populismo non mantiene le regole minime della democrazia non ci troviamo più di fronte ad un caso di populismo, ma ad un regime di tipo dittatoriale».

    Quella di populismo, per Finchelstein, costituisce una categoria importante, quindi, impossibile da ignorare e da escludere dall’analisi, nella misura in cui fa parte dell’esperienza quotidiana degli attori e dei soggetti politici. Guardando al contesto latinoamericano attuale, ad esempio, «se il sedicente “populismo di sinistra” è scomparso quasi ovunque, incluso in Venezuela, dove l’inesistenza, a mio avviso, di uno Stato di diritto impedisce di parlare di populismo, quello che possiamo rilevare, a cominciare dal paese più importante, il Brasile, è l’ascesa di un populismo di estrema destra che si è affermato attraverso campagne mediatiche di tipo quasi nazista». E le prospettive sono tutt’altro che rosee, se si osserva la situazione dal punto di vista della democrazia costituzionale: «in pratica, non sappiamo ancora se Bolsonaro governerà il paese come un leader populista o come un Pinochet. E questo non dipende solo da lui, ma anche dalla capacità della società civile e delle istituzioni di mettere dei limiti ad un personaggio così estremo, che si caratterizza per la sua omofobia, per il suo razzismo e per la sua demonizzazione e odio nei confronti di tutto quello che ritiene essere diverso». Non tanto meglio sembrerebbero andare le cose in altri paesi, come Argentina o Cile, dove non sono presenti governi di tipo populista ma «esecutivi neoliberisti ben caratterizzati dalla presenza di una tecnocrazia che ritiene di sapere quello che il mercato vuole».

    Brasilia, Jair Bolsonaro durante la nomina presidenziale, 2018

    Non bisogna dimenticare, infatti, che sono proprio questi governi di tecnocrati ad essere, in molti casi, «causa ed effetto del populismo, nella misura in cui questi, una volta al potere, non ascoltano tanto la voce di quei cittadini che hanno contribuito ad eleggerli, quanto quella del mercato, e il soggetto mercato, in questa prospettiva, è antidemocratico: non lo ha “votato” nessuno, ma finisce per incidere sulle decisioni di un esecutivo eletto democraticamente e che, invece, rappresenta gli interessi particolari di una parte molto ristretta della società. E cosa accade, quindi? Accade, molto spesso, che queste “tecnocrazie” creino terreno fertile per la diffusione di leader populisti che vogliono o dicono di voler avvicinare il popolo al potere, ma che finiscono, come detto, per essere governo di una sola persona o di un gruppo altrettanto ristretto».

    Come riconoscere un contesto favorevole alla diffusione del populismo, quindi? Il populismo si presenterebbe sempre «come la risposta a una crisi della rappresentanza politica ed economica. Questa crisi può essere reale, concreta, o anche solo una percezione e, pertanto, immaginaria. Ad esempio, negli Stati Uniti la situazione economica non era negativa al momento in cui è stato eletto Trump. Anzi, in una situazione di crisi reale, sul piano economico, venne eletto Obama, che di certo non era un leader populista, mentre in un contesto di andamento tutto sommato positivo dell’economia è stato eletto Trump, che ha utilizzato una “crisi”, economica, politica, sociale, che non esisteva, per trarne un vantaggio sul piano retorico e propagandistico. Ma per quelli che lo hanno eletto questa “crisi” esisteva».

    Oggi, quindi, in Europa, come in America Latina, come negli Stati Uniti ci troviamo di fronte ad un rischio di deriva autoritaria? «Sì, ma questa deriva autoritaria ha a che vedere a volte con il populismo e a volte con governi che, allo stesso modo, si allontanano dall’essere reali rappresentanti degli elettori, della cittadinanza, per farsi rappresentanti di realtà come quella del mercato. È sicuro che il populismo implica una nozione autoritaria della democrazia, ma bisogna pensare che la stessa democrazia che esiste al di fuori o prima dei populismi tantomeno costituisce un tipo di democrazia ideale, anzi, presenta anch’essa dimensioni antidemocratiche molto importanti e per niente da sottovalutare. Come se ne esce? Di fronte ad una crisi di rappresentanza, che né i tecnocrati né i populisti risolvono, convertendosi, anzi, in governi che pensano a portare avanti i propri interessi o quelli di pochi, sono necessarie opzioni politiche maggiormente connesse con i bisogni, le esigenze e gli interessi reali dei cittadini».

  • Cara radio Maria

     Lettera geniale inviata a Radio Maria.

    Tempo fa un NOTO RELIGIOSO, dalle onde radio di Radio Maria, ha risposto ad un ascoltatore che l’OMOSESSUALITA’ E’ UN ABOMINIO, perchè a dirlo è la BIBBIA (Levetico, 18,22). Un ABOMINIO CHE NON PUO’ ESSERE TOLLERATO IN NESSUN CASO. Quello stesso ascoltatore ha scritto questa lettera al NOTO RELIGIOSO…
    Lettera del 16 maggio 2009

    “Caro sacerdote, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo sulle leggi del Signore. Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile. Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio. Fine della discussione. Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

    – Vorrei vendere mia figlia come schiava, come prevede Esodo 21:7. Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

    – Quando do fuoco ad un toro sull’altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Levitico 1.9). Il problema è con i miei vicini. Quei blasfemi sostengono che l’ odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?

    – So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni (Levitico 15:19-24). Il problema è: come faccio a chiederle se ce le ha oppure no? Molte donne s’offendono.

    – Levitico 25:44 afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?

    – Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 dice chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato ad ucciderlo personalmente?

    – Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un abominio (Levitico 11:10), lo è meno dell’omosessualità. Non sono d’accordo. Può illuminarci sulla questione?

    – Levitico 21:20 afferma che non posso avvicinarmi all’ altare di Dio se ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere … La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c’è qualche scappatoia alla questione?

    – Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Levitico 19:27). In che modo devono esser messi a morte?

    – In Levitico 11:6-8 viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?

    – Mio zio possiede una fattoria. E’ andato contro Levitico 19:19, poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20:14 per le persone che giacciono con consanguinei?

    So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande. Nell’occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che i comandamenti sono eterni e immutabili.

    Sempre suo ammiratore devoto.”

  • Caduta dell’impero britannico. Brexit ultimo atto.

    Declino e caduta dell’Impero Britannico. Una lettura epocale della Brexit

    Declino e caduta dell’Impero Britannico. Una lettura epocale della Brexit

    di Gabriele Bonafede

    Quando il britannico Edward Gibbon scrisse la grande opera “Storia del declino e caduta dell’Impero Romano” , l’Impero Britannico era in forte ascesa. Si era nella seconda metà del XVIII secolo e, una volta vinte le guerre napoleoniche, Londra avrebbe imposto la “Pax Britannica” a tutto il mondo per un intero secolo.

    La impose nel quadro della propria convinzione sui benefici di libero mercato e libero commercio, ancorché sostenuto dalla forza militare laddove necessario.

    L’Impero Britannico era molto più grande ed esteso nel globo di quello romano. E si giovava di vie di commercio globali facilitate da una relativa pace che durò per tutto il XIX secolo, a meno di guerre locali.

    Gibbon non poteva immaginare quanto sarebbe durato l’Impero Britannico. Oggi noi sappiamo che non esiste più. E con la vittoria di Boris Johnson e la Brexit, sembra che si sia arrivati ai titoli di coda. Il biondo Boris assomiglia ai barbari nordici del IV secolo. A un Alarico intento a saccheggiare una altrettanto imbarbarita nazione.

    Le cause del declino e caduta dell’Impero Romano furono molteplici. Tra quelle indicate da Gibbon nella sua vasta opera, risaltano cause del tutto simili a quelle che troviamo per la fase finale dell’Impero Britannico. Ossia, la decadenza della classe politica e la negazione degli stessi valori e delle stesse virtù che avevano resa possibile l’ascesa nei secoli precedenti.