La fedeltà alle proprie radici è anche fedeltà alle testimonianze storiche oltre che rispetto verso coloro che tali testimonianze hanno lasciato: esperienze certamente non riproponibili la cui ricchezza di umanità è però segno indelebile, fonte di ammirazione e non disprezzabile termine di confronto. (1995) Riccardo Ceccarelli

196 7.2E – COLTIVAZIONE DEI GELSI E BACHICOLTURA

La   coltivazione dei gelsi e la relativa bachicoltura risalgono per tutto il contado   al Seicento. [39] Urieli C., Jesi e il suo Contado, vol. IV, pp. 256-257 Seguendo l’esempio di Jesi che nel 1673 aveva proceduto ad una   intensa piantagione di   mori-gelsi, anche Monte Roberto    delibera un’analoga    piantagione nel 1679, provvedendo    in pari tempo a proteggere le piccole piante minacciate da pecore e maiali. [40] ASCMR, Consigli (1676-1698), c. 49v, 10 dicembre 1679.  

Queste piante, per più ai lati delle strade erano di proprietà comunale; con la vendita delle foglie (“Trasatto delle foglie de’ mori-gelsi”) che si faceva ogni anno in aprile a chi allevava bachi da seta, si cercava di racimolare   qualche entrata nelle sempre esauste casse comunali. [41] Ivi, c. 110v, 8 aprile 1685.   La bachicoltura si sviluppò così progressivamente   in tutti i paesi della valle, i bozzoli erano inviati sulla Piazza di Jesi”, una filanda per la loro lavorazione la troveremo a Monte   Roberto nei primi   decenni dell’Ottocento.