La coltivazione dei gelsi e la relativa bachicoltura risalgono per tutto il contado al Seicento. [39] Urieli C., Jesi e il suo Contado, vol. IV, pp. 256-257 Seguendo l’esempio di Jesi che nel 1673 aveva proceduto ad una intensa piantagione di mori-gelsi, anche Monte Roberto delibera un’analoga piantagione nel 1679, provvedendo in pari tempo a proteggere le piccole piante minacciate da pecore e maiali. [40] ASCMR, Consigli (1676-1698), c. 49v, 10 dicembre 1679.
Queste piante, per più ai lati delle strade erano di proprietà comunale; con la vendita delle foglie (“Trasatto delle foglie de’ mori-gelsi”) che si faceva ogni anno in aprile a chi allevava bachi da seta, si cercava di racimolare qualche entrata nelle sempre esauste casse comunali. [41] Ivi, c. 110v, 8 aprile 1685. La bachicoltura si sviluppò così progressivamente in tutti i paesi della valle, i bozzoli erano inviati sulla Piazza di Jesi”, una filanda per la loro lavorazione la troveremo a Monte Roberto nei primi decenni dell’Ottocento.