Nei secoli passati un’importanza del tutto particolare hanno avuto il palazzo pubblico e la torre civica con la sua campana ed il suo orologio.
Il palazzo era la sede della pubblica amministrazione, cioè dei Priori o del Gonfaloniere o del Sindaco poi, della segreteria e dell’archivio, vi potevano trovar luogo anche la scuola, i magazzini pubblici e quelli dell’Abbondanza, le carceri o anche le stanze per i “birri”.
La torre civica, oltre ad essere un segno visibile del luogo della pubblica autorità, era munita dell’orologio che scandiva il tempo per tutta la comunità, rilevante per tutti era l’ora della chiusura e dell’apertura della porta del castello; la campana poi, con tutta probabilità la stessa dell’orologio, convocava le pubbliche riunioni del Consiglio o veniva suonata in altre importanti circostanze.
Tenere efficienti queste strutture è stata in ogni tempo una delle maggiori preoccupazioni delle autorità, perché da questa efficienza e dai relativi servizi prestati si poteva verificare la capacità di intervento delle autorità stesse.
Non sappiamo dove fosse il palazzo delle pubbliche autorità nei secoli XIV-XV; conosciamo sufficientemente bene invece le vicende di questo palazzo, dal Cinquecento al Novecento, ubicato sopra le mura sulla sinistra della porta del castello: qui rimase la pubblica amministrazione fino al 1933 quando si trasferì nel Palazzo Casati in piazza Ruggeri.
La torre civica, non grande, fu probabilmente sempre ubicata sopra la porta del castello; periodici i lavori per tenere in efficiente funzionalità l’orologio e la campana: il primo intervento registrato nei libri rimasti dell’archivio comunale è dei mesi di novembre-dicembre 1560 quando si sistemano torre ed orologio e la campana viene fusa da Gallerano da Apiro. 67ASCMR, Entrate e Uscite (1558-1586), cc. 26r e 29v.
Lo stesso palazzo era in condizioni precarie se nel maggio-giugno 1578 si fanno lavori per “buttare a terra il palazzo” e si ricomincia subito a lavorare per ricostruire 68Ivi, cc. 226r e 227r. e, con diverse interruzioni, i lavori si prolungano per una decina d’anni: dal gennaio all’ottobre 1589 furono eseguiti da Andrea di Tullio e da mastro Nicolò muratore. 69ASCMR, Entrate e Uscite (1585-1597), cc. 38v, 39r, 40r, 45r.Non appena sessant’anni dopo il palazzo minaccia di nuovo rovina, il Consiglio della Comunità incarica “i Quattro” di porvi rimedio, 70ASCMR, Consigli (1639-1 651), cc. 10v e 11r, 26 febbraio 1640.si rifanno le finestre 71Ivi, c. 33, 10 dicembre 1641.e si interviene sul campanile che sovrasta la campana e sull’orologio. 72Ivi, c. 66r, 1643.
Violenti temporali, vento e piogge torrenziali 73ASCMR, Consigli (1711-1735), c. 189r, 10 dicembre 1724. o qualche fulmine 74ASCMR, Registro delli Bollettini (1711-1775), e. 166f, luglio 1759. impongono restauri urgenti ogni volta che si verificano questi fenomeni, sia alla torre civica che al tetto del palazzo, “mezzo scoperto” nel dicembre 1672. 75ASCMR, Consigli (1665-1676), c. 109v, 11 dicembre 1672.
II pubblico palazzo con alcune case annesse, nella terza decade del Settecento, pur subendo gravi lesioni a causa del terremoto, è ancora agibile, ma in Consiglio si parla della inutilità dei lavori di riattamento e si pensa ad un rifacimento totale del palazzo stesso. 76ASCMR, Consigli (1711-1735), c. 214r, 7 gennaio 1728 e cc. 217-218, 30 maggio 1728. ASCMR, Registro delle lettere…. , cc. 34v, 36v, 5 maggio 1728.
La perizia di Giuseppe Fammilume per il rifacimento del palazzo viene disattesa “perchè non essere suo mistiere lavorar di pietra rustica della quale è necessario servirsi per compiere la fabbrica”. 77ASCMR, Consigli (1711-1735), c. 253v, 5 ottobre 1732. Il rifacimento totale del palazzo non si realizzò; solo nell’ottobre 1778 vennero appaltati i lavori per il “rimodernarsi della sala del palazzo Publico e per la Fabrica di stanza per la Segreteria Publica”: 78ASCMR, Consigli (1766-1780), cc. 269v-272v, 25 ottobre 1778. nel dicembre 1779 erano già terminati ed approvati il mese successivo dalla Congregazione del Buon Governo. 79ASCMR, Registro delle lettere…. , c. 2 13, 21 dicembre 1779.
Nonostante i problemi statici cui i pubblici amministratori dovevano far fronte, essi si adoperano anche per un certo decoro degli ambienti interni del palazzo: il 5 ottobre 1614 si approva la spesa di quattro scudi fatta nell’acquisto di un “quadro dipinto dell’Immagine della Madonna S.S. per il nostro Palazzo”. 80ASCMR, Consigli (1608-1616), c. 136v.
Analoga decisione viene presa nella seduta dell’8 marzo 1739 dal Consiglio nel comperare un quadro raffigurante la Madonna da tenere nella Sala Consigliare. 81ASCMR, Consigli (1735-1755), c. 46r.
Nel 1750 a Francesco Luisati, pubblico orologiere di Jesi, per accomodare l’orologio della torre civica, viene preferito quello di Monte S. Vito: la ragione non è accennata. 82Ivi, c. 200v, 18 maggio 1750.
Anche la campana ha bisogno di manutenzione: nel 1779 viene rifatta la “cicogna o sia ceppo della campana del palazzo publico”. 83ASCMR, Consigli (1766-1780), e. 284v, 8 agosto 1779. Agli inizi dell’Ottocento la torre civica ha gravissime lesioni: 84ASCMR, Consigli (1794-1808), c. 98r, 21 dicembre 1801.è Carlo Gagliardini che nei primi mesi del 1803 ne porta a termine i lavori di restauro. 85ASCMR, Bollettini (1791-1808), 5 marzo 1803. ASCMR, Sindacati (1790-1817), e. 83v. Poco più di cinquant’anni ancora e la campana dell’orologio dopo secoli di onorato servizio, nel 1855, si rompe: tre anni dopo viene rifusa da Giuseppe De Giorgi di Ancona. 86ASCMR, Consigli (1850-1859), 28 settembre 1858.
L’obiettivo degli amministratori era pur sempre quello di un nuovo palazzo; si riuscivano a concretizzare solo interventi parziali, progetti generali però non mancavano. Nel 1798 è la volta dell’architetto di Massaccio Paolo Isidoro Capponi che fornisce disegni, perizie e misure, per il suo lavoro gli vengono corrisposti 15 scudi. 87ASCMR, Sindacati (1790-1817), e. 39v, 21 marzo 1798.
Il progetto rimane tale e non se ne fa niente; quasi vent’anni dopo si osserva che “il Palazzo Publico è angusto, indecente e malsicuro, la scala esterna permette a chiunque di entrare anche di notte, a vagabondi e maleintenzionati”, Luigi Bellonci (1765-1839) di Massaccio, allievo del Capponi, è incaricato di redigere un progetto di ristrutturazione che viene approvato dal Consigli-o, il 15 febbraio 88ASCMR, Consigli (1809-1827), p. 63. Contemporaneamente, al Bellonci era stato commissionato il rifacimento del muraglione sotto il palazzo comunale devastato da frane verificatesi nel 1815 e nel gennaio 1816: la sua perizia fu preferita a quella dell’Ing. Donegani ed i lavori, come abbiamo visto, eseguiti nel 1817.
Risale anche al 1816 la richiesta di realizzare all’interno del palazzo comunale una Sala Teatrale. 89Ivi, pp. 68-69.
Con l’entrata su Fosso Curto (via Spontini-via Ponte) ma sull’immobile del palazzo comunale, era ubicato il macello pubblico, rifatto nel 1769 accanto alla casa della Compagnia della Morte, e vicino al quale c’erano le carceri 90Ivi, p.81, 3-0 novembre 1816. ASCMR,Trasatti della Comunit+á di Monte Roberto (1758-1777),cc. 85r/v e 86.ASCMR,Consigli (1766-1770),cc. 68r/v e 69r, 12 aggio1769. costituite probabilmente da una grotta di proprietà di Giuseppe Amatori che nel 1838 veniva utilizzata per conservare la carne nella stagione estiva.
Non lontano dal macello, lungo le stesse mura, c’era anche il forno ormai da tanti decenni; se nel 1758, già pericolante, era chiamato “il Fornaccio o forno vecchio” 91ASCMR, Consigli (1756-1766), c. 83r. 91., esso costituiva un pericolo continuo per la possibilità di incendi.
Il “sottoposto forno comunale […] trovasi nel centro di questo publico edificio, ed ogni giorno in attività, ogni giorno può esser causa della totale roina di questo publico Stabilimento non solo ma ancora dei fabbricati adiacenti”. Ebbene nonostante questo pericolo e pur avendo trovato il denaro per rifare altrove il forno, la proposta viene respinta dal Consiglio Comunale il 29 agosto 1824 con 15 voti contrari e solo 4 favorevoli. 92ASCMR, Consigli (1809-1827), p.255.
Parere negativo che meraviglia ancor più in considerazione dell’incendio che poco prima, sviluppatosi nella casa dirimpetto al palazzo comunale di proprietà Menicucci e successivamente di Bernardino Amatori, aveva seriamente danneggiato il tetto del palazzo comunale ed i locali dell’archivio, e più gravi sarebbero stati i danni senza il pronto e sollecito intervento di tanti volontari
che “estinto il fuoco dopo un travaglio di circa tre ore” riportano suppellettili e documenti nella sede comunale. 93Ibidem.
Per arrivare ad una nuova sede comunale bisogna attendere ancora più di un secolo. Non la ristrutturazione di quella ormai necessaria da secoli, ma una nuova sede da farsi nel Palazzo Casati il cui acquisto fu deliberato dal Consiglio Comunale il 1 marzo 1908. 94ASCMR, Deliberazioni del Consiglio Comunale (1896-1908).
Il palazzo era denominato anche “filanda”, per avervi ospitato una “filanda da seta” che viene ricordata nel 1830. 95ASCMR, Consigli (1829-1839), P. 86, 28 agosto 1830.L’acquisto era finalizzato ad utilizzare l’ex-Palazzo Casati per scuole, uffici comunali e alloggi. 96ASCMR, Deliberazioni Consigliari (1909-1912) p. 105, 26 novembre 1911. ASCMR, Deliberazioni Consigliari (1912-1915), p. 156,25 aprile 1915.Come in passato, non fu facile realizzare il tutto in breve tempo, ci vollero alcuni decenni, alla fine degli anni Venti i lavori presero un avvio più deciso: il palazzo fu inaugurato il 28 ottobre 1931, nel 1935 fu effettuato il collaudo definitivo. 97ASCMR, Deliberazioni (1930-1932), p. 19, 10 aprile 1930 e pp. 72-73, 20 aprile 1931. ASCMR, Deliberazioni (1935-1936), n. 170 del 12 ottobre 1935, p. 31.
Reso inagibile per il terremoto del 26 settembre 1997, l’intero complesso edilizio è stato ristrutturato e restaurato secondo il progetto dell’ing. Emilio Zannotti di Serra de’ Conti ed inaugurato il 19 ottobre 2002. 98Cfr., Inaugurazione della restaurata sede municipale,Monte Roberto 19 ottobre 2002,cartella con 4 tavole,presentazione del Sindaco O.Togni e R.Ceccarelli.
88 4.4 IL PALAZZO COMUNALE
Written by
in