rpNel quale si da conto delle vestigia perse nel tempo, dei reperti ritrovati e di quelli trafugati.
Il territorio di Monte Roberto già in epoche preistoriche ebbe una frequentazione umana sufficientemente documentabile.
La zona non è molto lontana dagli insediamenti individuati in grotte nell’area della Gola della Rossa (Serra San Quirico) i cui reperti (strumenti litici: bulini, grattatoi, raschiatoi ecc.) risalgono al Paleolitico Superiore e datati 9.800 a.C. 1A. Broglio e Delia Lollini, I ritrovamenti marchigiani del paleolitico superiore e del mesolitico, in l° Convegni) dei Beni Culturali (Numana 8-10 maggio 1981), Paleani, Roma 1982, pp. 30-60.
Dello stesso periodo è il giacimento di Fosso Mergaoni, sempre in comune di Serra San Quirico, sulla riva destra del fiume Esino, poco più a valle della Gola della Rossa. 2Mara Silvestrini, Gioia Pignocchi, Giacimenti del paleolitico superiore di Fosso Mergaoni, in Le Marche-Archeologia, Storia, Territorio, Arcevia-Sassoferrato 1987-0, pp. 7-16.
Reperti della medesima epoca sono anche quelli ritrovati in territorio di Cupramontana, 3Ceccarelli R., Le strade raccontano, cit., fig. 56 e p. 167. non destano così meraviglia gli strumenti litici rinvenuti in contrada S. Apollinare (zona Gagliardini Edilizia, S.E.S. Stampi, Gherardi Aratri Attrezzature Industriali). Si tratta di lame, raschiatoi, bulini, nuclei ecc., non in grande quantità ma sufficienti a farci pensare ad una presenza umana non lontana dalla riva del fiume.